Guardando bene alle cose la crisi c'è, ma ci sono anche le ragioni per sorridere al futuro: corpi più sani e longevi, più calorie, alimentazione disponibile per (quasi) tutti, mezzi per viaggiare più veloci e altri per comunicare con tutto il pianeta. Sessant'anni senza guerre mondiali.
Se penso ai racconti dei miei genitori che sono stati coinvolti nel secondo conflitto mondiale, mio padre perse anche un braccio a 14 anni, sono ottimista verso il futuro.
Sono i numeri e i fatti che supportano il mio ottimismo. Basta che si osservino i miglioramenti avvenuti nella qualità della vita negli ultimi 50 anni, il reddito medio è cresciuto di tre volte (al netto dell'inflazione), l'aspettativa di vita è aumentata del 30%, la mortalità infantile è crollata del 70%.
Dal crash finanziario del 2008 l'economia globale ha comunque reagito, dal 2010 il tasso di crescita è stato del 4% annuo e l'Africa è cresciuta per tre anni consecutivi di oltre il 5%. Tutti gli indici di prosperità sociale sono migliorati oltre il 20% negli ultimi vent'anni.
È vero tutto il sud dell'eurozona è ancora intrappolato in una recessione, ma è oggi più un problema politico che di mercato. Il mercato si sta riprendendo. Basta guardare i dati dell'export.
Dobbiamo incoraggiare un tipo di cultura imprenditoriale, le Startup, che da noi è appena sorta diversamente dai paesi anglosassoni. Dobbiamo rompere gli indugi e gli schemi, pensare diversamente, osare. Ma ce la possiamo fare.
Come dice Scott Peck "una volta che riconosciamo che la vita è davvero difficile, una volta che comprendiamo e accettiamo questo fatto, allora la vita non sarà più così complicata"
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