"Oggi Dio è diventato veramente il grande Sconosciuto", ha detto papa Ratzinger nel viaggio in Francia del 2008. A certificare che l'esimo-il cattolicesimo, ma più alla larga il cristianesimo-soprattutto a Occidente, è stato rimpiazzato dall'ismo, in ogni sua declinazione: consumismo, secolarismo, relativismo, pure sincretismo. In una parola, dall'individualismo.
Cresce,specie nel mondo giovanile, il più tecnologico e impermeabile al messaggio religioso, quello che Enzo Bianchi, il priore di Bose, definisce "un senso della vita che non disdegna la tradizione religiosa ricevuta, ma la rivisita secondo convenienze dettate dal percorso individuale". Una sorta di credere a modo mio. E senza appartenere. Una fede su misura, quasi un bricolage religioso, che si allarga a macchia d'olio, secondo l'ultimo studio di Paolo Segatti, docente di Sociologia politica a Milano, soprattutto tra gli italiani nati dopo il 1981, e che suggerisce l'idea di "un'Italia che si sta avviando a diventare un Paese genericamente cristiano", proprio per via "dell'aumento di individualizzazione nel rapporto con il sacro".
Tratto da Sette del Corriere della Sera "Con che coraggio continuiamo a dirci cristiani ?" di Cesare Fiumi
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