Tempo di vendemmia, tempo di vino, che rimane protagonista delle tavole e degli aperitivi in Italia, ma non solo. Prepariamoci alle nuove recensioni, alle nuove guide, alle etichette emergenti, alle degustazioni, senza mai perdere d’occhio il portafoglio. Soprattutto di questi tempi.
Ma non sempre è per forza l’annata o il prestigio del nome che ci devono far propendere per la scelta e conseguentemente la sua bontà, piuttosto un vino dovrebbe piacere per la sua capacità di emozionare, stupire, evocare pensieri, sensazioni, suscitare un ricordo. Non per nulla ci sono anche vini cosi detti “da meditazione”.
Parimenti non siamo tutti esperti enologi o fini sommeliers e non dobbiamo vergognarcene, se riteniamo di avere gusto e sensi un poco affinati siamo certamente in grado di capire se un vino è di nostro gradimento e ci trasmette qualche cosa o meno. Così come al ristorante non dobbiamo temere di fare brutte figure quando ci portano la bottiglia al tavolo e ce lo fanno assaggiare: se sa di tappo lo si dice, così come se non ci sembra a temperatura, tanto per fare qualche esempio. A proposito di ristorante, segnalo che cambiano le abitudini anche nel bere e avanzano, giustamente, nuove usanze – all’estero più normali - come quella di portare via la bottiglia se ancora mezza piena, oppure di ordinare vino solo a bicchiere. Piccole attenzioni da “customer care” (leggi attenzione al Cliente), nei ristoranti più attenti. All'uscita ti viene consegnato un sacchetto cartonato con un bel sorriso.
L’altra buona pratica che si sta diffondendo sempre di più è quella di servire il “vino al bicchiere” senza l'obbligo di acquistare l'intera bottiglia. Alternativa molto valida quando si va al ristorante da soli, oppure se si ha voglia di abbinare il giusto vino ad ogni piatto o ancora, più semplicemente, se si intende pasteggiare con un solo buon bicchiere. Evidentemente la scelta dei vini proposti non può essere vasta quanto quella dei vini presentati in bottiglia, ma noto che molti ristoratori offrono comunque una scelta di una certa qualità.
Il vino rimane il miglior accompagnamento di un buon piatto per gli italiani e rappresenta una vera e propria passione anche in casa e con gli amici. Un piacere personale che conquista. Oggi sempre più persone, molte donne, si informano, partecipano a degustazioni, leggono e amano il vino. Rosso naturalente. Il rosso infatti si conferma il “re” incontrastato, anche se i bianchi avanzano. Un popolo in continua crescita ed evoluzione, quella dei Wine Lover, ovvero dei super appassionati che tutti i giorni o quasi accompagnano i pasti con il vino, degustano, acquistano guide per tenersi aggiornati e che per una bottiglia “speciale” sembrano disposti a spendere. Ma possiamo coltivare questa passione in altro modo, sdoganando l’aura di lusso eccessivo che a volte pervadere l’ambiente. Basta (ri)scoprire tutti quei produttori che fanno vino “quotidiano” di ottima qualità, che racconta del nostro territorio e che, essendo a “KM 0” (intendendo del posto), costa pochi euro e permette di averlo tutti i giorni in tavola. E’ un modo semplice, piacevole e intelligente per ritrovare anche certe tradizioni quali la degustazione dei vini accompagnati da pancetta e piadina sulla graticola.
Pierangelo Raffini
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