L'associazione non-profit fondata nel 2008 da Gruppo Alfacod è in procinto di replicare l'incontro organizzato a fine febbraio a Milano presso Indicod
Incontri, seminari, tavole rotonde per affrontare temi anche non strettamente connessi alle tecnologie di identificazione automatica, che vanno ben oltre il barcode. Nata nel 2008 per volere di Giorgio Solferini, presidente del Gruppo Alfacod, l'Accademia Italiana dell'Auto-Id è un'associazione non-profit intenta a «diffondere cultura presso le Pmi».
A sostenerlo è Pierangelo Raffini, che in qualità di responsabile, non sottolinea solo la gratuità della formazione erogata, ma anche l'anima itinerante dell'Accademia, avvezza a organizzare almeno un evento al mese a San Lazzaro di Savena (Bo), presso la sede di Alfacod, in aggiunta a quelli realizzati nella sede di altre istituzioni.
È il caso dell'incontro tenutosi a Milano, lo scorso febbraio, presso l'Epc Lab di Indicod-Ecr (di cui Gruppo Alfacod, con la sua Accademia, funge da laboratorio barecode - ndr), a cui hanno partecipato oltre 90 aziende e che, visto l'interesse suscitato, potrebbe presto essere replicato.
«A tener banco in questa occasione - come ci ha spiegato un energico Solferini - sono stati i temi legati alla convenienza progettuale con tecnologia Rfid che, l'attrezzatura posta all'interno del laboratorio messo a punto dall'Indicod e dal Politecnico di Milano, ha permesso di toccare con mano simulando l'intera filiera del processo che va dal fine linea al retail».
Torna così una tendenza già registrata due anni fa, quando a tener banco presso l'Accademia Italiana dell'Auto-Id erano eventi dedicati ad aspetti tecnici che, nel 2009, a causa dei primi riflessi legati alla crisi finanziaria, hanno lasciato spazio alla proposizione di temi più strettamente economici.
«Oggi - continua Solferini, che prima di lasciare il testimone a Raffini si è occupato direttamente dell'Accademia da lui stesso creata - le relazioni si sono estese anche all'Università di Castellanza, Liuc, mentre stiamo dialogando con il Centro Rfid dell'Università La Sapienza di Roma».
E non poteva che essere così vista la vocazione imprenditoriale di Solferini, creatore, nel 1986, di una realtà come Alfacod, focalizzata nel reperire sul mercato soluzioni evolute che permettano di tracciare e trasmettere dati attraverso l'etichettatura di materiali, utilizzando apparecchiature di stampa, lettura e terminali portatili dei maggiori produttori mondiali, a listino all'interno di Alfadistribuzione. Negli anni, nel portfolio di quest'ultima sono, infatti, andate a consolidarsi partnership a copertura di settori quali produzione, logistica, retail, mobilità, sanità e Pa attraverso dispositivi di volta, in volta, a marchio Datalogic, Honeywell, Baracoda, Zebra Technologies, Datamax-O'Neill e Psion Teklogix.
Così, se lo scopo dell'Accademia Italiana dell'Auto-Id è, e rimane, quello di diffondere conoscenza, per Gruppo Alfacod, lo scopo è di identificare le nuove frontiere dei codici a barre uni e bidirezionali. Perché, come ha fatto notare Solferini: «Nelle diverse declinazioni, che si chiami identificazione automatica o Rfid, che faccia riferimento ai sistemi indoor e outdoor per la georeferenziazione o a quelli magnetici e biometrici, che utilizzi anche la voce o meno o si appoggi a VoIp, Bluetooth e reti di altra natura, una cosa è certa: a essere identificato non è più solo il dato, ma gli oggetti, gli individui, i pazienti e molto altro ancora».
Antonella Camisasca
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