E' la cosa più difficile a mio parere. Liberarsi dal timore di sbagliare, di fare un errore. Viviamo in una società che alimenta fin da piccoli questa paura. Contrariamente al mondo anglosassone in cui un fallimento non è la fine della tua vita, ma l'opportunità di rinascere. Henry Ford non fallì forse quattro volte prima di fondare un impero automobilistico ? Lo stesso Lincoln ebbe una vita lastricata di insuccessi, fallimenti e bocciature, prima di diventare presidente degli Stati Uniti. Ma senza scomodare illustri esempi, ciò che serve sono tenacia e determinazione nel proprio agire. Non esiste il fallimento. Non riuscire in qualche cosa, in un'azione, in un'impresa, non significa fallire come persona, ma più semplicemente non essere riusciti in quella particolare cosa, aver scoperto di non essere portati per quella scelta, non aver imboccato la propria strada in un determinato momento o ancora non aver scelto i tempi giusti.
Non si può essere perfetti in tutti i campi, riuscire in tutto. In alcuni si può dare veramente il meglio di se, ma in altri occorre accettare di fare le cose al meglio delle proprie possibilità. E' sufficiente. Cercare la perfezione in tutto è impossibile, non è un dono dato agli esseri umani. Anche chi cercasse di sostenere il contrario a sua volta non sarà certamente perfetto in tutto.
Il segreto sta nel tentare, nel provare e riprovare. Un fallimento può essere una lezione, un incentivo al lavoro e alla ricerca o all'individuazione della propria strada.
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