Abbiamo sempre avuto, dall'inizio della civiltà, il bisogno di socializzare. Abbiamo costruito spazi comuni (la città, il paese, il quartiere) dove ci si conosceva quasi tutti. Poi, con le macchine e una nuova cultura, è arrivato l'isolamento. Ma è già in corso una rivoluzione globale: il ritorno alla comunità. Digitale.
Per millenni la vita si è svolta nelle piazze, nelle terme, nelle cattedrali, nelle botteghe e nei salotti. Poi le macchine e la società industriale hanno provocato una rarefazione delle relazioni umane, come aveva profetizzato già nell'Ottocento Alexis de Tocqueville: "Vedo una folla smisurata di esseri tutti uguali fra loro, che volteggiano su se stessi per procurarsi piccoli e mescini piaceri. Ognuno, ritiratosi in disparte, è come straniero a tutti gli altri". Con l'avvento dell'informatica, rivive lo spirito comunitario che sonnecchiava nel nostro inconscio e si concretizza in network come Facebook, dove lo scambio di informazioni e di emozioni ricrea lo spirito dell'antico agorà.
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