Il fatto che nella vita si commettano errori è una realtà della vita, una parte della nostra esistenza a cui nessuno sfugge, anche chi si atteggia ad attento e infallibile. Ciò che conta è come si sbaglia. Gli errori ci insegnano l'umiltà mettendoci di fronte ai nostri limiti, dimostrando che può capitare a tutti, che siamo umani. Ci insegnano a correggere le nostre scelte e le nostre azioni. Gli errori mettono alla prova il nostro carattere, la nostra personalità, il nostro spirito, obbligandoci a scavare in noi stessi per attingere a nuove risorse di fronte ad una scelta che si è rilevata un insuccesso, piccolo o grande che sia. Viene altresì messa alla prova la nostra capacità di perseveranza, ponendoci di fronte alla scelta se rinunciare, ritirarsi o diventare più determinati e insistere in ulteriori tentativi. Gli errori ci insegnano anche che si può sopravvivere alle sconfitte e che non bisogna vergognarsi di avere sbagliato, non si deve temere nel rialzarsi e riprovare. Anche più volte. Splendidi insegnamenti su ciò ci vengono dal passato. Successi, carriere e fortune costruite su errori e fallimenti a ripetizione, ma che non hanno piegato la volontà delle persone che ci hanno riprovato, cambiando, modificando l'approccio. Fino a riuscire. Così come c'è chi non impara dagli errori, ma sono i caratteri più deboli, più esposti, più influenzabili. Gli errori, come le ferite, fortificano, non dobbiamo spaventarci. Di fronte alla paura di sbagliare si può diventare troppo prudenti e non accettare di correre alcun rischio. Il rischio invece è una componente essenziale per il successo di qualsiasi azione o iniziativa che intraprendiamo e una condizione necessaria per imparare a crescere. Bisognerebbe non dimenticarlo mai.
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