di Pietro Calabrese su Style di Agosto La prima e più seria modifica costituzionale dovrebbe essere una nuova formulazione dell’articolo 1: “L’italia è una repubblica democratica fondata sull’avverbio purtroppo”. Fateci caso, siamo invasi dai “purtroppo” in ogni momento della giornata e in tutte le occasioni. Non si scappa. Immaginate una mattinata così: state aspettando i muratori per una ristrurazione della casa, arrivano in ritardo di due ore: “Purtoppo gli operai oggi sono in ritardo, la ditta aveva altre esigenze”. E uno. “Purtoppo i mattoni non sono sufficienti, bisogna acquistarne altri”. E due. “Purtoppo le pareti della stanza da letto sono venute di un colore leggermente diverso da quello che aveva chiesto. E tre. A questo punto è già arrivato mezzogiorno e siccome avete i muratori a casa, decidete di andare a mangiare al ristorante, ordiniamo una bistecca e un contorno e dopo mezz’ora d’attesa sollecitiamo il cameriere: “Purtoppo oggi il secondo cuoco non è potuto venire perchè doveva rinnovare il permesso di soggiorno, e così i tempi delle ordinazioni si sono allungati”. Paghiamo con la carta di credito. Torna ancora il nostro cameriere: ” Purtoppo il servizio card non funziona da due giorni, avevavo promesso che sarebbere venuti stamattina a ripararlo, purtroppo hanno avuto un contrattempo”. Uscite dal ristorante e vi recate in un ufficio pubblico per chiedere un documento: “Guardi, le conviene tornare un altro giorno, magari domani, perchè purtroppo la persona che conosce questa pratica oggi non è potuta venire causa malattia”. Al limite dell’esasperazione chiedete: “E’ una persona cagionevole di salute?”, e l’impiegata, calma e serafica: “Purtoppo sì” ed aggiunge: “Poverina”. Pensate che abbia esagerato in questa cronaca? Sbagliate, le cose sono andate esattamente così. Naturalmente tutto questo non è soltanto una cosa fine a se stessa, ma rappresenta una delle peculiarità peggiori del carattere nazionale. Il purtroppismo, il pressapochismo, la faciloneria nello scansare le regole del proprio lavoro, sono parte integrante dell’italico paesaggio, come le macchine in doppia fila, quelli che vanno in moto senza casco, e gli altri che vi scavalcano con fare indifferente mentre state facendo la fila.
Purtroppo, è così.
Purtroppo, è così.
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