giovedì 11 settembre 2008

Dal Papa una sferzata salutare

Intervista a Enrico Letta pubblicata su «Il Messaggero» di lunedi 8 settembre 2008.

Onorevole Enrico Letta, è anche una critica quella del Papa che chiede alla nuova generazione di politici cattolici di essere più rigorosi e più bravi?
«Io la prendo come una salutare sferzata per tutti noi, sia per quelli impegnati nel Pd sia per quelli del Pdl sia per quelli dell'Udc. È un richiamo benvenuto, e io l'ho letto con grande contentezza, perché non stiamo facendo abbastanza e perché abbiamo una inadeguatezza di fondo».
Dovreste essere migliori?
«Da tanto tempo non veniva da parte della Chiesa un'esortazione così netta. Che va letta nel suo complesso».
Cioè?
«Non c'è soltanto il richiamo ai cattolici perché si impegnino in politica e alla politica perché sia talmente laica da accogliere positivamente un nuovo impegno dei cattolici. C'è anche l'insistenza su altri tre concetti, il rigore morale, la competenza e lo sviluppo sostenibile, che descrivono un orizzonte di grande interesse e di grande respiro».
Rigore morale in che senso?
«Rigore morale vuol dire linearità dei comportamenti personali e sguardo agli interessi generali delle persone e del Paese».
La competenza?
«Qui, nelle parole del Papa, c'è un ragionamento profondo. Oggi più che mai, la politica è complicata perché la società e la cosa pubblica sono complicate. E quindi, ormai, non basta nelle questioni politiche andare a naso e muoversi sulla base del vecchio fiuto dei volponi di partito d'un tempo».
Il Papa, insomma, vi chiede di essere dei politici secchioni?
«Dice, giustamente, che serve da parte nostra un nuovo impegno di studio e un maggiore sforzo di approfondimento. Perché oggi, in politica, chi è più competente ne sa più degli altri e tira fuori soluzioni più avanzate».
Il terzo punto è quello dello sviluppo sostenibile. Non crede che la maggiore novità sia qui?
«Anche questo è un concetto bello. Oggi siamo in un tempo nel quale l'operato politico per lo sviluppo difende anzitutto il creato, quindi l'ambiente, e mi sembra che in questo campo impegno della Chiesa sia forte. Ma c'è di più».
Ovvero?
«Lo sviluppo sostenibile si lega alla questione energetica e anche, e soprattutto, alla questione del crollo della natalità. Il nostro Paese si sta rimpicciolendo e depauperando. Invecchia. Abbiamo due record, uno negativo e l'altro positivo. L'Italia è la nazione europea con il più basso tasso di natalità. E l'Italia è anche la nazione che detiene il più alto tasso di longevità nel nostro Continente».
La somma è il disastro?
«Che si viva più a lungo è un bene. Anzi, dobbiamo scoprire il modo di non far sentire inutili i tanti anziani attivi. Se però sommiamo i due dati che abbiamo appena citato, viene fuori che oggi il 61 per cento della popolazione italiana è in età lavorativa. Continuando così, fra trent'anni la popolazione in età lavorativa sarà soltanto il 44 per cento. Il che significa un Paese di pensionati. Quindi, anche su questo punto, è lungimirante il discorso del papa».
Di sicuro, però, ci sarà qualcuno che giudicherà questa parole un'indebita ingerenza clericale.
«Ma figuriamoci. Ce ne fossero di ingerenze come questa!».

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