Parlando di Civiltà della Tavola qualcuno mi ha chiesto se in questa definizione rientrano anche le regole della buona creanza dello stare a tavola – a casa, da amici, al ristorante – e del ricevere. La risposta è affermativa. Anche questi aspetti vanno a comporre quel “sapere” che si concretizza in cultura e conoscenza, quindi civiltà nello stare insieme.
Dal momento che a breve si riprenderà anche una certa frequentazione dei locali, ho pensato di illustrarvi brevemente alcune regole basilari del “Bon Ton” che tutti dovrebbero conoscere nel frequentare ristoranti di ogni livello, osterie, trattorie, pizzerie di sorta o case private. Il comportamento e le forme richieste nello stare a tavola sono univoche. Il rispetto di certe regole sono frutto di logiche di attenzione, convivenza e rispetto tra simili e non un fatto di snobismo o di “classe” sociale. Di questi tempi in cui pare che la “razza cafona” sia imperante in ogni dove, spero che queste righe possano concorrere, anche minimamente, alla causa del bello e del gusto.
Detto ciò iniziamo immaginando di avere invitato una signora a cena in un ristorante. Entrando, al contrario di quanto prescritto in una sala da pranzo o nel salotto di una dimora privata, l’uomo precede la donna. Questo non è un segno di “machismo”, ma ogni uomo ha il dovere di proteggere e salvaguardare la donna da pericoli o imbarazzi. Pertanto il cavaliere ha il compito di verificare, con un rapido sguardo di esplorazione, l’ambiente e farsene garante. Una volta entrati è sempre l’uomo che dialoga con il personale, fa accomodare la signora al tavolo in modo che guardi sempre la sala, mai il muro – è lei che deve essere ammirata – e sarà sempre lui che interroga la donna assecondandone desideri o preferenze e procedendo poi con le ordinazioni. Nei confronti del personale si dimostra rispetto, non si chiama dal tavolo il cameriere schioccando le dita, dandogli la voce o altro, ma basta un’occhiata o un gesto rapido e discreto con la mano. Se si è in due non si dovrebbe mai abbandonare l’ospite per salutare qualcuno ad un altro tavolo e se tra i nuovi arrivati che si avvicinano c’è una donna, si accenna all’atto di alzarsi. Ciò vale anche ogni qualvolta una signora che è con noi – anche tra più commensali - lasci il tavolo. Per cortesia poi spegnete il telefonino o almeno silenziatelo. Altra raccomandazione, non dite mai “buon appetito”, ovunque noi siamo ci stiamo per cibare di buoni piatti non ci sfamiamo per placare la fame. Anche la scelta del vino spetta all’uomo che lo assaggerà prima e, se il cameriere trascura di versarlo, è sempre suo compito versarlo alla donna unitamente all’acqua. Appena seduti il tovagliolo va spiegato sulle ginocchia e non infilato al collo e neppure lasciato sul tavolo. Alla tavola si appoggiano i polsi e non i gomiti e non si gioca con le posate, anche se siete nervosi perché non sapete come finirà la serata…
Nel caso siate in un ristorante di un certo livello e troviate più posate da una parte e dall’altra del piatto, si parte sempre usando quelle più esterne e quando fate una pausa tra un boccone e l’altro vanno appoggiate nel piatto – senza toccare la tovaglia e quindi sporcarla – in posizione “8 e 20” (immaginando che il piatto sia un orologio). Mentre quando avete terminato entrambe le posate vanno poste in “ore 4 e 20”. Si inizia a mangiare quando tutti i commensali hanno la pietanza servita e ci si comporta con garbo e misura senza sbraitare, agitarsi, parlar forte. Non bisognerebbe chinarsi verso il piatto, ma rimanere in posizione eretta e sollevando piccole quantità portandole verso la bocca e, assolutamente orrido ma purtroppo ancora spesso visto, si mastica a bocca chiusa bevendo solo dopo aver terminato tale operazione, naturalmente senza parlare con la bocca piena. Mi raccomando poi di non usare mai lo stuzzicadenti anche se ve lo propongono.
Il conto si chiede con discrezione, si controlla velocemente e si paga in modo quasi furtivo, evitando di mostrare alla signora l’entità, ed è preferibile utilizzare la carta di credito. La mancia se siete rimasti soddisfatti andrebbe sempre lasciata (circa un dieci per cento dell’importo). Uscendo è sempre l’uomo che precede la donna, ma tenendo la porta aperta per galanteria in modo che sia la prima ad uscire. Scritto da Pierangelo Raffini e pubblicato su Il Domani di domenica 24 agosto 2008
Dal momento che a breve si riprenderà anche una certa frequentazione dei locali, ho pensato di illustrarvi brevemente alcune regole basilari del “Bon Ton” che tutti dovrebbero conoscere nel frequentare ristoranti di ogni livello, osterie, trattorie, pizzerie di sorta o case private. Il comportamento e le forme richieste nello stare a tavola sono univoche. Il rispetto di certe regole sono frutto di logiche di attenzione, convivenza e rispetto tra simili e non un fatto di snobismo o di “classe” sociale. Di questi tempi in cui pare che la “razza cafona” sia imperante in ogni dove, spero che queste righe possano concorrere, anche minimamente, alla causa del bello e del gusto.
Detto ciò iniziamo immaginando di avere invitato una signora a cena in un ristorante. Entrando, al contrario di quanto prescritto in una sala da pranzo o nel salotto di una dimora privata, l’uomo precede la donna. Questo non è un segno di “machismo”, ma ogni uomo ha il dovere di proteggere e salvaguardare la donna da pericoli o imbarazzi. Pertanto il cavaliere ha il compito di verificare, con un rapido sguardo di esplorazione, l’ambiente e farsene garante. Una volta entrati è sempre l’uomo che dialoga con il personale, fa accomodare la signora al tavolo in modo che guardi sempre la sala, mai il muro – è lei che deve essere ammirata – e sarà sempre lui che interroga la donna assecondandone desideri o preferenze e procedendo poi con le ordinazioni. Nei confronti del personale si dimostra rispetto, non si chiama dal tavolo il cameriere schioccando le dita, dandogli la voce o altro, ma basta un’occhiata o un gesto rapido e discreto con la mano. Se si è in due non si dovrebbe mai abbandonare l’ospite per salutare qualcuno ad un altro tavolo e se tra i nuovi arrivati che si avvicinano c’è una donna, si accenna all’atto di alzarsi. Ciò vale anche ogni qualvolta una signora che è con noi – anche tra più commensali - lasci il tavolo. Per cortesia poi spegnete il telefonino o almeno silenziatelo. Altra raccomandazione, non dite mai “buon appetito”, ovunque noi siamo ci stiamo per cibare di buoni piatti non ci sfamiamo per placare la fame. Anche la scelta del vino spetta all’uomo che lo assaggerà prima e, se il cameriere trascura di versarlo, è sempre suo compito versarlo alla donna unitamente all’acqua. Appena seduti il tovagliolo va spiegato sulle ginocchia e non infilato al collo e neppure lasciato sul tavolo. Alla tavola si appoggiano i polsi e non i gomiti e non si gioca con le posate, anche se siete nervosi perché non sapete come finirà la serata…
Nel caso siate in un ristorante di un certo livello e troviate più posate da una parte e dall’altra del piatto, si parte sempre usando quelle più esterne e quando fate una pausa tra un boccone e l’altro vanno appoggiate nel piatto – senza toccare la tovaglia e quindi sporcarla – in posizione “8 e 20” (immaginando che il piatto sia un orologio). Mentre quando avete terminato entrambe le posate vanno poste in “ore 4 e 20”. Si inizia a mangiare quando tutti i commensali hanno la pietanza servita e ci si comporta con garbo e misura senza sbraitare, agitarsi, parlar forte. Non bisognerebbe chinarsi verso il piatto, ma rimanere in posizione eretta e sollevando piccole quantità portandole verso la bocca e, assolutamente orrido ma purtroppo ancora spesso visto, si mastica a bocca chiusa bevendo solo dopo aver terminato tale operazione, naturalmente senza parlare con la bocca piena. Mi raccomando poi di non usare mai lo stuzzicadenti anche se ve lo propongono.
Il conto si chiede con discrezione, si controlla velocemente e si paga in modo quasi furtivo, evitando di mostrare alla signora l’entità, ed è preferibile utilizzare la carta di credito. La mancia se siete rimasti soddisfatti andrebbe sempre lasciata (circa un dieci per cento dell’importo). Uscendo è sempre l’uomo che precede la donna, ma tenendo la porta aperta per galanteria in modo che sia la prima ad uscire. Scritto da Pierangelo Raffini e pubblicato su Il Domani di domenica 24 agosto 2008
Nessun commento:
Posta un commento