Pubblico questo scritto ricevuto da un amico, dove esprime il suo concetto di laicità.
Per me laicismo non è sinonimo di laicità, associazione che fanno in molti, ma erronea.
Il laicismo è la dottrina socio politica che teorizza e propugna la totale separazione tra stato e chiesa, ovvero l'assenza di interferenze religiose, vere o presunte, dirette o indirette, nell'ambito legislativo, esecutivo e giudiziario, di uno Stato.
La parola laico deriva dal greco laikòs (uno del popolo) e il termine ebbe, nell'antichità un'origine esclusivamente religiosa venendo usato per indicare colui che, pur professando un certo culto, non apparteneva alla gerarchia religiosa. Laico non vuole però dire affatto, come spesso si ripete, l'opposto di credente (o cattolico) e non indica, di per sé, né un credente, né un ateo, né un agnostico. La laicità non è un contenuto filosofico, bensì una forma mentis; è essenzialmente la capacità di distinguere ciò che è dimostrabile razionalmente da ciò che è invece oggetto di fede; di distinguere le sfere e gli ambiti delle diverse competenze, in primo luogo quelle della Chiesa e quelle dello Stato.
La laicità non si identifica con alcun credo, con alcuna filosofia, ma è l'attitudine ad articolare il proprio pensiero (ateo, religioso, idealista, marxista) secondo principi logici che non possono essere condizionati da nessuna fede, da nessun pathos del cuore, perché in tal caso si cade in un grosso pasticcio.
La cultura - anche cattolica - se è tale è sempre laica, così come la logica - di San Tommaso o di qualsiasi pensatore ateo - non può affidarsi a criteri di razionalità.
Una visione religiosa può muovere l'animo a creare una società più giusta, ma il laico sa che essa non può tradursi in articoli di legge, come vorrebbero certi aberranti fondamentalisti di ogni specie. Laico è chi conosce il rapporto, ma soprattutto la differenza tra il quinto comandamento (non ammazzare) e l'articolo del codice penale che punisce l'omicidio.
Da qui si può trarre una prima considerazione che la visione laica della vita può ricevere un benevolo impulso da una lettura religiosa degli accadimenti.
Vorrei, al proposito, ricordare Norberto Bobbio, un grande laico italiano e la sua affermazione "... laico è chi si appassiona ai propri "valori caldi" (amore, amicizia, fede), ma difende i "valori freddi" (la legge, la democrazia, le regole del gioco politico) i soli che permettono a tutti di coltivare i propri "valori caldi"... ".
Laicità significa (o dovrebbe significare) tolleranza, dubbio rivolto anche alle proprie certezze, capacità di credere fortemente in alcuni valori sapendo che ne esistono altri, pur essi rispettabili. Il fondamentalismo intollerante può essere clericale si, ma anche faziosamente laicista.
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