Interpreto il silenzio in una duplice veste, da una parte lo trovo necessario perchè mi aiuta a capire, ad approfondire, mi guida, da una "forma" adeguata a ciò che sento e vedo, dall'altra ho sempre avvertito il desiderio vitale di "creare" il silenzio, di pesare le parole in modo che ciò che emerge e ciò che rimane sia ben compreso.
La comunicazione intesa non come atto istintivo, ma come azione mirata, pensata e soppesata a lungo. Penso che se non si possiede la dimensione del silenzio, manchi la dimensione della profondità, che ci siano difficoltà a rimanere ben saldi in piedi, quasi che vengano a mancarti le radici. Se non dò profondità a me stesso non la dò nemmeno alle mie azioni. Tutto mi pare diventi più superficiale.
Il silenzio alla fine rende la parola più bella, più viva, penetrante, veramente in grado di comunicare .
Quindi adoro il silenzio perchè mi permette di comprendere, di assaporare, di gustare, di trovare le parole più giuste per far prendere forma alle mie riflessioni, alle mie emozioni, ai miei sentimenti, alle mie idee.
E poi... c'è molto più spazio per gli altri quando si tace.
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