I potenti cominciarono a trasforamre la dignità in arroganza e il popolo a trasformare la libertà in licenza. Ognuno afferrava quello che poteva, strappava, rubava.
Tutto si divise in partiti e questi dilaniavano lo Stato che stava tra loro. Lo Stato veniva governato dall'arbitrio di pochi. Avevano in mano il tesoro, le provincie, le cariche, la gloria e i trionfi.
Gli altri cittadini erano oppressi dalla povertà, oberati dal servizio nelle Legioni. I capi spartivano le prede con pochi, mentre le persone venivano cacciate dalle loro terre se, per disgrazia, queste erano desiderate da un potente vicino. I capi dei partiti al potere profanavano e devastavano tutto, nulla premeva loro, nulla tenevano per sacro.
Finchè sprofondarono nell'abisso che si erano preparati con le loro mani.
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